LO STUDIOLO VIRTUALE
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Perché le camere di Isabella d'Este meritano la nostra attenzione?Lo studiolo e la grotta sono un importante esempio della cultura umanistica femminile del Rinascimento. Nel 1490, poco dopo aver sposato Francesco II Gonzaga, Isabella cominciò a progettare una stanza simile a quelle che all’epoca venivano realizzate da principi. Gli studioli creati da uomini erano di solito arredati con libri, armi, strumenti scientifici e musicali, e altri oggetti che trasmettevano la conoscenza dell’uomo in questione. Gli studioli creati da donne, invece, erano più modesti e contenevano ritratti di famiglia e oggetti di devozione. Isabella decise di imbarcarsi in una avventura rivoluzionaria costruendo uno studiolo che riflettesse la sua cultura e i suoi gusti; in questo modo Isabella riuscì a declinare gli studioli maschili al femminile, sorpassando la differenza di genere che caratterizzava queste stanze. Le sue collezioni e il modo in cui erano messe in mostra furono ammirate e riconosciute come meraviglie degne di nota. Di fatto, lo studiolo e la grotta di Isabella furono i precursori delle gallerie d’arte personali; divennero infatti modelli per future collezioniste americane come Peggy Guggenheim, Isabella Stewart Gardner e le sorelle Cone, tutte fondatrici di alcuni dei musei e delle collezioni più importanti a livello globale. Oggi, gli oggetti sopravvissuti della collezione di Isabella sono esibiti in musei di tutto il mondo.
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Che aspetto avevano lo studiolo e la grotta?Erano decisamente piccoli. E molto intricati. Soffitti dorati, pannelli di legno intarsiati, affreschi, piastrelle personalizzate, bassorilievi, dipinti ed emblemi enigmatici ricoprivano entrambe le stanze. Le collezioni di libri, cammei, antichità romane, bronzi rinascimentali e strumenti musicali erano tutte in vista, avendo il ruolo cruciale di trasmettere la cultura di Isabella. Sette grandi dipinti, ora conservati al Louvre, dominavano lo studiolo: sei di questi dipinti erano di Andrea Mantegna, Lorenzo Costa e Antonio Allegri da Correggio, due per ciascuno, e uno era di Piero Perugino. La grotta era arredata di scaffali per esporre piccoli oggetti, mentre sopra gli stipiti delle porte erano disposte sculture di bronzo. Le pareti della stanza erano decorate con armadietti, le porte dei quali erano intarsiate con figure di paesaggi urbani e motivi musicali, e un prezioso soffitto che sembra ideato per creare speciali effetti acustici.
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Le stanze sono andate completamente perdute?Lo studiolo e la grotta di Isabella furono assemblate due volte nel corso della sua vita: la prima nel Castello San Giorgio, durante i primi anni del suo matrimonio, e poi una seconda volta, dopo la morte del marito, in un nuovo appartamento al pianoterra nella Corte Vecchia, situato anch’esso nel palazzo Gonzaga. Entrambe le aree sono tutt’oggi presenti nel Museo di Palazzo Ducale a Mantova, ma il loro stato è lontano dall' antico splendore che vantavano all'epoca della marchesa. Le stanze mostrano i segni di razzie e di alterazioni strutturali avvenute nel corso dei secoli. Gli spazi sono quasi del tutto vuoti e l’accesso è limitato per motivi di sicurezza. La Professoressa Molly Bourne mostra lo stato attuale dei camerini nel film Ad Tempo Taci, Songs for Isabella d’Este (a partire dal minuto 5:34), film a cura di Anne MacNeil e Mario Piavoli, disponibile nel nostro Video Archive.
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Come è possibile che abbiamo così tante informazioni sulle di Isabella?Un anno dopo la morte di della marchesa (anno della morte di suo figlio Duca Federico II Gonzaga), iniziò un meticoloso inventario di tutti gli oggetti presenti nel Palazzo Ducale di Mantova. Questo inventario, completato nel 1542 da Odoardo Stivini, riportava i contenuti di ciascun ambiente, compresi i camerini di Isabella, e spesso specificava dove gli oggetti erano posizionati nella stanza. Un’altra fonte di informazioni è la corrispondenza di Isabella, infatti essa gestì la costruzione delle stanze e la raccolta delle sue collezioni principalmente attraverso lettere inviate ad artisti, artigiani, e commercianti. Molte di queste missive sopravvivono fino ad oggi nell’Archivio di Stato di Mantova e vengono consultate nella ricerca storica sullo studiolo, sulla grotta e su numerosi aspetti della cultura del Rinascimento Italiano. Per esplorare la corrispondenza di Isabella è possibile consultare il progetto IDEA Letters.
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Cosa troveranno i visitatori nello Studiolo Virtuale?L’ambiente dello studiolo virtuale è ideato per mostrare le stanze su uno schermo piatto. La pubblicazione della prima fase del progetto comprende: Un rilievo fotogrammetrico degli attuali studiolo e grotta nella Corte Vecchia. Un modello navigabile di questi spazi che include strumenti di misurazione, una cronologia, luci variabili, link al nostro catalogo, e altri strumenti utili a supportare la ricerca. Modelli tridimensionali ad alta risoluzione di sette oggetti contenuti nella collezione di Isabella: tre statuette di Antico, un bassorilievo e una porta decorata da rilievi ascritti a Gian Cristoforo Romano. Un potente database relazionale (il nostro Catalogo) contenente informazioni sugli oggetti nello studiolo e nella grotta, la loro attuale ubicazione e riferimenti scientifici agli stessi. Questo database è collegato alla Bibliografia di IDEA su Zotero e viene gradualmente integrato con oggetti di cui non abbiamo modelli che sono andati perduti, ma che sono presenti nel codice Stivini che elenca i contenuti delle stanze. Vedi la nostra Visita guidata allo studiolo riportata più giù.
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Come si svilupperà lo studiolo virtuale?Grazie al sostegno della National Endowment for the Humanities, la Samuel H. Kress Foundation, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Museo del Palazzo Ducale di Mantova, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza e altri generosi contributori, il team del Virtual Studiolo sta creando un’esperienza virtuale open-access di queste stanze. Mentre continuiamo a lavorare su questo progetto, consigliamo ai visitatori di iniziare la loro esplorazione con la visione del video Virtual Studiolo Preview. Questo premiato cortometraggio, diretto da Giovanni Bellavia, evoca la densità sensoriale delle stanze e mette in risalto le lettere di Isabella da cui estrapoliamo tanta della nostra conoscenza su questi ambienti. Non dimenticate di guardare anche i titoli di coda, dove vengono riportate immagini delle tecnologie che rendono possibile questo progetto!
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Perché lo Studiolo Virtuale a volte è sfocato?Stiamo lavorando all’ottimizzazione della risoluzione del Virtual Studiolo. Al momento la risoluzione massima rende l’applicazione troppo pesante per essere visualizzata sulla maggior parte dei pc. Restate sintonizzati per futuri miglioramenti!
Per una visitata guidata dello studiolo potete consultare il video pertinente riportato in basso.
É possibile andare in luoghi che non esistono più? Se la realtà virtuale ci potesse, in un certo senso, portare in questi luoghi, cosa faremmo una volta lì? In IDEA: Isabella d’Este Archive un gruppo di studiosi di materie umanistiche, informatici e artisti digitali stanno esplorando risposte a queste domande attraverso la ideazione del Virtual Studiolo Project, un ambiente immersivo tridimensionale ispirato dalle due piccole e magnifiche camere rese famose, nella Mantova del sedicesimo secolo, da Isabella d’Este.
Questa coppia di camere adiacenti chiamate lo studiolo e la grotta, situate negli appartamenti di Isabella d’Este, furono concepite dalla loro ideatrice come spazi adibiti a illustrare la sua cultura. I camerini (come li chiamava spesso Isabella) adempivano diverse funzioni. Principalmente erano una vetrina per il gusto e il sapere umanistici di Isabella, un luogo dove mettere in mostra i suoi quadri, sculture, oggetti di antiquariato, libri, monete, gemme, strumenti musicali, orologi e curiosità naturali. L’acustica e la disposizione delle stanze suggeriscono che queste ultime venissero anche usate come palcoscenico privato per le esecuzioni musicali di Isabella. Infine, le camere offrivano anche un rifugio dalla logorante vita di corte: circondata da questo spazio da lei decorato e dagli oggetti raccolti con attenzione per proiettare i suoi valori personali, la marchesa di Mantova cercava in queste camere, e nel giardino segreto ad esse connesso, uno spazio per riflettere quietamente.
Per Isabella ed i sui contemporanei, gli oggetti contenuti nello studiolo esprimevano una molteplicità di significati, sia individualmente che giustapposti in dialogo reciproco. La maggior parte dei 366 oggetti contenuti nella grotta e dei 39 contenuti nello studiolo sono andati irrimediabilmente perduti, come anche sono andati perduti i 140 libri che erano nello studiolo e tutti gli strumenti musicali di Isabella. Quelli che rimangono sono oggi disseminati in musei di tutto il mondo. Lo Studiolo Virtuale ambisce a sfruttare la nostra moderna conoscenza e creatività per costruire uno spazio virtuale dove gli oggetti sopravvissuti e le ricostruzioni di quelli persi si trovino di nuovo gli uni accanto agli altri nella realtà virtuale, ricreando quel dialogo reciproco che anche noi, ora, potremo ascoltare.
Volete andare ancore più a fondo? Indossate un visore per realtà virtuale o un Google Cardboard e immergetevi nel prototipo animato del Virtual Studiolo VR. Qui potrete muovervi tra i camerini e vedere gli spazi e alcuni oggetti in essi contenuti in una esperienza tridimensionale che funge da prototipo per futuri sviluppi.
Potete anche vedere i “how we built this” video (riportati in basso) per vedere alcune tecniche utilizzate da Cineca nella realizzazione, tramite Blender, del modello tridimensionale.
Ulteriori oggetti e strumenti verranno aggiunti allo Studiolo Virtuale e al Virtual Studiolo VR in futuri aggiornamenti.
I camerini di Isabella furono realizzati con l’intento di creare una esperienza visivamente e auditoriamente immersiva: a tutto tondo, dal suolo al soffitto e intessuto di musica e parole. Lo Studiolo Virtuale non vuole essere una copia, ma piuttosto una rielaborazione di queste celebri camere rinascimentali che speriamo stimoli nuove domande, nuove ricerche e nuovi approfondimenti sullo studiolo e la grotta di Isabella d’Este, e sulla cultura che le ispirò.
THE VIRTUAL STUDIOLO
Preview
THE VIRTUAL STUDIOLO
Guided tour (Italian)
THE VIRTUAL STUDIOLO
Guided tour (English)
THE VIRTUAL STUDIOLO,
VR Prototype (requires VR viewing device)
THE VIRTUAL STUDIOLO
Timelapse of shading in Blender
THE VIRTUAL STUDIOLO
Timelapse of modeling in Blender
THE VIRTUAL STUDIOLO
Making a wax seal animation in Blender
Anne MacNeil, Co-principal Investigator
University of North Carolina, Chapel Hill
Deanna Shemek, Principal Investigator
University of California, Irvine
Virtual Studiolo Phase 1 ROLES
Cineca Supercomputing Center Design Team, Bologna
Project Manager
Antonella Guidazzoli, MEng, MA
Researcher and Content Coordinator
Maria Chiara Liguori, Ph.D, MA, MPS
User Interface Designer and Analyst, Software Developer,
Hardware and Software Adviser
Silvano Imboden, MCS
Computer Graphics Designer, Blender Artist, Computer Graphic Supervisor and Coordinator,
Pipeline Manager, Software and Hardware Integration Manager
Daniele De Luca, MCS
Art Director for Immersive Environments,
Visual Interface Coordinator, User Experience Analyst
Giovanni Bellavia, MPhil, BFA
3D Modeler, Computer Graphics Contributor
Federica Farroni, MEng
Designer and Developer of 3D Web Application, User Interactions Analyst
Beatrice Chiavarini, M Arch
Intern, User Interface Analyst
Eleonora Peruch, MA Digital Humanities & Digital Knowledge, BA Humanities
ADDITIONAL PARTICIPANTS
Kunsthistorisches Museum Photographer
Christian Mendez
Inventory Advisor
Daniela Ferrari, IDEA Co-director
Art Historical Advisors
Molly Bourne, Ph.D, Syracuse University in Florence
Stephen Campbell, Ph.D, The Johns Hopkins University
SUPPORT
National Endowment for the Humanities
Kunsthistorisches Museum, Vienna
Museo del Palazzo Ducale, Mantua
Humanities Center, University of California, Irvine
Office of Research, University of California, Irvine
University of California Humanities Research Institute
The Humanities Institute, University of California, Santa Cruz
Samuel H. Kress Foundation
International Museum of Ceramics, Faenza Italy
Archivio di Stato, Mantua
Dorothy Ford Wiley Fund, University of North Carolina, Chapel Hill